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		Calciogate: sentenze in  arrivo14/7/2006
	   Il giorno X è arrivato. Il giudizio più atteso  della storia del calcio sarà reso noto in serata, a Borsa chiusa. I verdetti  della Corte di appello federale, per illecito sportivo, interessano quattro  società (Juve, Milan, Fiorentina e Lazio) e 25 tesserati. La sentenza sarà  letta dal presidente della Caf Cesare Ruperto a Roma all'hotel Parco dei  Principi, vista l'indisponibilità delle strutture dello stadio Olimpico dove si  è svolto il dibattimento. Nonostante qualche giornale abbia già anticipato come andrà a finire (Juventus,  Fiorentina e Lazio retrocesse in serie B. Milan in A , ma senza la possibilità  di partecipare alle coppe europee), il giorno dell'anno zero del calcio  italiano è arrivato, dopo sette giorni e tredici ore di camera di consiglio, la  più lunga che la storia della giustizia sportiva italiana ricordi.
 I giudici della Caf, con il presidente della Corte, Cesrae Ruperto in testa,  usciranno, a Borsa chiusa, con in mano la sentenza in una sala dell'Hotel Parco  dei Principi, nel cuore di Roma (all'Olimpico c'è il Gala dell'atletica).
 Non è dato sapere se la leggeranno davanti agli avvocati, oppure se la  Federazione si limiterà a mandare un laconico comunicato. Lo deciderà il  commissario straordinario della Figc Guido Rossi all'ultimo momento.
 La sentenza (di primo grado) della giustizia sportiva sarà il black-out  sui festeggiamenti del Mondiale, riporterà tutti (soprattutto i tifosi) con  i piedi per terra (o all'inferno) e i riflettori sul destino dei 30  "incolpati" di Calciopoli.
 
 DIBATTITO SULL'AMNISTIA
 E l'importanza del momento è testimoniata anche dalla tensione che si è  registrata tra le parti negli ultimi tempi. Da un lato, il partito  trasversale che dal Parlamento chiede, se non l'amnistia, almeno la clemenza  per chi ha riportato a casa il titolo mondiale.
 Dall'altro, i giudizi netti ("illeciti gravissimi: nessun colpo di  spugna") del commissario Guido Rossi, pronto a difendere, preventivamente,  i suoi uomini. Francesco Saverio Borrelli, in primis: "Su Borrelli non  c'è mai stato alcun dubbio. Anche perché io Borrelli non l'ho chiamato a  giudicare, cosa che per altro avrebbe potuto benissimo fare. L'ho chiamato, e  lo ringrazio per avere accettato, a fare le indagini. Ed è quanto ha fatto. E  anche molto bene".
 In prima fila, sul banco dei giudicabili, ecco il destino di Juventus,  Milan, Fiorentina e Lazio: spifferi travestiti da indiscrezioni fanno  pensare ad una pena, sicura, per tutti e quattro i club. Una pena aderente  alle richieste avanzate in dibattimento dal Grande Accusatore del calcio,  Stefano Palazzi.
 E tutti gli addetti ai lavori sono pronti a scommettere che quella scritta dal  presidente della Caf "sarà una sentenza storica", cioè piuttosto  pesante.
 Anche se non è da escludere che il secondo grado possa invece essere molto  più indulgente, finendo magari con l'adottare una linea più morbida, se non  sul piano dell'attribuzione delle responsabilità, quanto meno su quello delle  pene.
 
 E DOPO?
 Una volta emessa la sentenza di primo grado, le difese avranno cinque giorni  per studiare e presentare il ricorso davanti alla commissione federale  d'appello, il secondo grado del processo sportivo, i cui membri, già stati  nominati. La commissione si riunirà e nel giro di pochi giorni dovrà  emettere la sentenza definitiva entro il 25 luglio.
 Alla sorte delle quattro società al centro del maxi-processo guardano anche  tutti quei club (Bologna, Brescia, Lecce, Treviso e Messina) che si sono  costituiti parte terza interessata (il loro obiettivo è quello di ottenere  risarcimenti in forma di salti di categoria).
 Ma, al futuro campionato di Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio, guardano anche società come Inter e Roma che, da eventuali passi indietro in classifica di  chi li precede, sono pronte ad ottenere visti per scudetti o qualificazioni  in Champions League (ancor di più ora che l'Uefa ha fatto sapere di ritenere  sufficiente anche solamente una sentenza di primo grado e di non essere intenzionata  a dare alcun peso a sentenze diverse da quelle sportive).
 
 MOGGI: "BRAVO ROSSI"
 A poche ore dalle sentenze, intanto, è Luciano Moggi che torna a parlare:  "Non mi sento colpevole di niente. Il mio nome viene fuori perché fa  scena", così l'ex direttore generale della Juventus che applaude Lippi:  "Devo dirgli bravo, come bravissimi sono stati i miei giocatori. E, bravo  è stato Guido Rossi a confermare il ct incurante di tutto ciò che veniva  detto".
 Fonte 
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